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Costruire una Solida Strategia di Sicurezza OT: Soluzioni Chiave e Best Practice

Nel contesto industriale sempre più interconnesso di oggi, i sistemi OT non sono più gli ambienti isolati e separati di un tempo. Dai siti manifatturieri alle reti energetiche, dagli impianti di trattamento delle acque fino ai sistemi di trasporto, questi ecosistemi sono diventati sempre più digitalizzati e integrati con le reti IT, in linea con i processi di trasformazione digitale e con l’evoluzione dell’Industria 4.0. Se da un lato questa convergenza consente operazioni più intelligenti ed efficienti, dall’altro apre la porta ad una superficie di attacco più ampia, esponendo le infrastrutture critiche a nuove e crescenti minacce informatiche.

A differenza dei sistemi IT tradizionali, che si occupano della gestione dei dati, i sistemi OT controllano processi fisici, come i macchinari e le infrastrutture che permettono alle industrie di operare. Progettati per garantire continuità operativa, sicurezza e durata nel tempo, molti di questi sistemi utilizzano ancora tecnologie legacy, spesso prive di adeguate misure di sicurezza integrate. Man mano che questi ambienti vengono connessi a reti esterne, piattaforme cloud e servizi di terze parti, anche le loro vulnerabilità si moltiplicano. Gran parte degli asset OT più datati non è stata progettata per affrontare minacce su scala globale come quelle presenti oggi su Internet, e per questo sono diventati obiettivi privilegiati di attacchi informatici, anche da parte di attori sponsorizzati da stati.

L’urgenza di questa sfida è confermata dai dati. Nel 2024, il settore manifatturiero è risultato essere l’industria più colpita a livello globale, rappresentando oltre il 25% di tutti gli attacchi informatici documentati. Perfino settori tradizionalmente considerati ad alto rischio, come quello finanziario e assicurativo, hanno registrato un numero leggermente inferiore di incidenti. Le principali minacce rilevate sono state attacchi DDoS, seguiti da attacchi ransomware e violazioni legate ai dati, a dimostrazione di un ampio spettro di tecniche impiegate per compromettere sia l’integrità dei dati che la continuità operativa. Questa escalation negli attacchi rivolti agli ambienti industriali riflette un cambio di strategia da parte dei cybercriminali, sempre più orientati verso sistemi la cui compromissione può generare impatti concreti a livello operativo, economico e persino umano.

In un contesto ad alto rischio come quello attuale, non è più possibile affidarsi a presupposti obsoleti o a misure di sicurezza minime. Costruire un portfolio di sicurezza OT solido non è solo una necessità tecnica, ma un imperativo strategico, fondamentale per garantire continuità operativa, resilienza e sicurezza.

Le Fondamenta: Elementi Chiave per una Solida Strategia di Sicurezza OT

Una strategia di sicurezza efficace per l’Operational Technology si basa su

componenti chiave che operano in sinergia per offrire visibilità, controllo e resilienza in ambienti industriali complessi:

  1. Rilevamento e Mappatura degli Asset. Il primo passo è sapere esattamente quali dispositivi sono presenti sulla rete. Attraverso strumenti di rilevamento passivo, è possibile mappare l’ambiente operativo senza interrompere le attività, creando un inventario in tempo reale di dispositivi, firmware e connessioni attive.
  2. Segmentazione della rete. Suddividere la rete in zone logiche in base alla funzione e all’importanza degli asset è una pratica fondamentale per contenere eventuali attacchi ed impedire movimenti laterali da parte degli attaccanti. Questa strategia, in linea con standard come ISA/IEC 62443, permette di proteggere in modo mirato le aree più sensibili.
  3. Rilevamento delle Minacce in Tempo Reale. Strumenti di rilevamento progettati specificamente per l’ambiente OT sono indispensabili per individuare anomalie nei protocolli industriali e nei comportamenti di rete. Un monitoraggio continuo – idealmente affidato a un SOC OT dedicato – consente di intercettare tempestivamente potenziali minacce, riducendo il rischio che si trasformino in interruzioni operative.
  4. Accesso Remoto Sicuro. Con l’aumento delle attività di manutenzione e gestione da remoto, cresce anche la necessità di controllare rigorosamente gli accessi. L’utilizzo di gateway sicuri – combinati con permessi basati sui ruoli e funzionalità complete di audit e tracciamento – garantisce una connettività affidabile, trasparente e sicura.
  5. Gestione delle Patch e Mitigazione delle Vulnerabilità. In contesti OT, applicare patch in modo diretto non è sempre possibile. In questi contesti, soluzioni come il virtual patching e le protezioni di rete assumono un ruolo chiave. L’adozione di una strategia basata sul rischio consente di bilanciare le esigenze di sicurezza con la continuità operativa.
  6. Gestione delle Identità e degli Accessi. Per prevenire accessi non autorizzati, è fondamentale implementare un modello basato sul principio del minimo privilegio. Sistemi di autenticazione centralizzata, credenziali nominali e autenticazione a più fattori (MFA) assicurano che solo il personale autorizzato possa accedere a risorse critiche, rafforzando il perimetro di sicurezza complessivo.

Dalla teoria alla pratica: come mettere in atto una strategia efficace di sicurezza OT

La tecnologia è solo una parte dell’equazione: per assicurare una protezione OT solida ed efficace servono anche governance, collaborazione tra i reparti e una cultura organizzativa consapevole. Il punto di partenza è un approccio basato sul rischio. Non tutti i sistemi sono uguali: alcuni sono essenziali per il funzionamento dell’impianto, altri meno critici. Valutare i rischi tenendo conto dell’impatto operativo e della rilevanza dei processi permette di focalizzare le risorse sugli asset davvero strategici.

Normative e standard riconosciuti a livello internazionale – come la IEC 62443, la Direttiva NIS2, il Cyber Resilience Act e altre linee guida settoriali – rappresentano strumenti fondamentali per strutturare la sicurezza negli ambienti OT. Offrono un metodo condiviso per coordinare gli attori coinvolti, applicare controlli efficaci e garantire la conformità ai requisiti normativi. Tuttavia, accanto ai vantaggi di una gestione della sicurezza più coerente e basata su best practice, questi framework impongono anche nuove pressioni: scadenze stringenti, requisiti più severi e aspettative crescenti da parte delle autorità e del mercato. In questo contesto, anticipare l’allineamento tra strategia e operatività non è solo una scelta consigliata, ma una condizione necessaria per gestire in modo adeguato il percorso verso la compliance e la resilienza.

Anche il lavoro sinergico tra i diversi reparti gioca un ruolo determinante. I team IT e OT operano spesso in silos, con strumenti, priorità e approcci distinti. Per colmare questa distanza, è necessario promuovere una pianificazione congiunta, adottare sistemi di monitoraggio integrati e investire in percorsi formativi incrociati. Gli esperti di cybersecurity devono imparare a conoscere le esigenze di continuità operativa e sicurezza fisica tipiche dell’ambiente OT, mentre i professionisti OT devono sviluppare maggiore familiarità con le minacce informatiche attuali e le pratiche più efficaci per mitigarle.

Il fattore umano è altrettanto cruciale. Anche le soluzioni tecnologiche più evolute possono fallire di fronte a tecniche di social engineering o a cattive abitudini digitali. Per rafforzare davvero la postura di sicurezza, servono training regolari e personalizzati in base al ruolo, esercitazioni simulate e procedure di risposta chiare. Solo così si può costruire una cultura aziendale attenta e reattiva di fronte al rischio cyber.

In conclusione, la sicurezza OT va oltre la prevenzione: è una questione di resilienza operativa. Gli attacchi possono accadere. La vera differenza sta nel quanto velocemente e con quale efficacia si riesce a individuare, contenere e ripristinare. Un’organizzazione ben preparata – dotata di visibilità in tempo reale, piani di risposta collaudati e competenze forensi – può affrontare anche le crisi più serie con minimo impatto e massima affidabilità.

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Proteggere l’infrastruttura OT non è più un’opzione: è una priorità strategica. Ma costruire una postura di sicurezza solida richiede molto più che semplici strumenti tecnologici. Serve una combinazione di competenze tecniche, comprensione dei processi industriali e collaborazione tra funzioni. L’obiettivo? Assicurare la continuità operativa, anche in un contesto in cui le minacce informatiche diventano sempre più evolute.

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